martedì 9 giugno 2009

Camere iperbarica e Ossigenoterapia - viaggi della speranza e clinica dei sogni – parte seconda

OSSIGENOTERAPIA IPERBARICA

La Ossigenoterapia del Centro di Medicina Iperbarica è una pratica terapeutica che consiste nel far sì che il paziente respiri ossigeno puro a pressione maggiore di quella atmosferica. In tal modo si ottiene che una maggior quantità di O2 sia trasportato nel nostro sangue, e venga spinto dai capillari alle cellule con più facilità grazie alla maggior pressione alla quale viene a trovarsi nei capillari stessi.
Per realizzare quanto sopra si introduce il paziente in un contenitore a pressione, detto appunto Camera Iperbarica (C.I.) e si aumenta la pressione nel suo interno, facendo respirare il paziente in un circuito nel quale viene erogato ossigeno puro.
Effetti:
- Ossigenazione dei tessuti ischemici
- Azione antibatterica
- Azione antiedema (cerebrale, midollare, tissutale)
- Azione antinfiammatoria
- Facilita la proliferazione vascolare capillare e la rivascolarizzazione di aree ischemiche
- Favorisce la produzione di collagene
- Attiva l'osteogenesi e la deposizione di Calcio

INDICAZIONE ALL'OSSIGENO TERAPIA IPERBARICA

Le indicazioni cliniche all'ossigenoterapia iperbarica si basano sull'analisi della letteratura scientifica ed in particolare su quanto emerso nei documenti della SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva), dalla SIMSI ( Società di medicina Subacquea ed Iperbarica) Documento della UHMS ( Undersea and Hyperbaric Medical Society) Committee Report Documenti delle Consensus Conference dell'ECHM (European Committee for Hyperbaric Medicine).
Il Comitato Europeo per la Terapia Iperbarica è impegnato, insieme alle Società Scientifiche nazionali , a migliorare le conoscenze, le qualità e gli scambi culturali; inoltre, promuovere idee e programmi di ricerca e armonizzare indicazioni e protocolli operativi.
• Malattia da decompressione
• Embolia gassosa arteriosa
• Gangrena gassosa da clostridi
• Intossicazione da monossido di carbonio
• Sindrome da schiacciamento (crush sindrome)
• Gangrena umida nei diabetici
• Infezioni da flora batterica mista
• Trapianti o lesioni chirurgiche a rischio
• Sordità improvvisa
• Fratture a rischio con deficit di consolidamento
• Algodistrofie post traumatiche e necrosi asettica
• Osteomielite
• Radionecrosi tissutale
• Patologie oculari


CONTROINDICAZIONI

Assolute:
• Broncopneumopatie croniche ostruttive di grado medio grave
• Enfisema bolloso
• Pneumotorace spontaneo
• Asma
• Epilessia
• Patologie cardiache ischemiche e/o congestizie
• Gravidanza
• Claustrofobia e panico
• Febbre
• Sferocitosi

Relative:
• Otite e/o sinusite recidivante
• Ipertensione arteriosa non trattata farmacologicamente
• Patologie polmonari restrittive e/o restrittive di grado elevato
• Glaucoma, distacco di retina anche se trattato chirurgicamente (manovre di compensazione)
• Tutti i casi che si presentano in condizioni gravi e urgenti, consentono di anteporsi alle controindicazioni relative, pur conducendo i relativi trattamenti con le cautele che queste impongono.
• Lo stato di coma si antepone allo stato di male epilettico e alla claustrofobia. In questi casi si può ricorrere anche alla miringotomia (incisione membrana timpanica)
• In presenza di avvelenamento di monossido di carbonio la donna in stato di gravidanza può essere tratta in camera iperbarica

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