sabato 20 giugno 2009

disabili di tutto il mondo venite in Italia

Pubblico la nota scritta da Marina Cometto alias mammamarina, Presidente dell' Associazione Claudia Bottigelli , che da anni da supporto alle famiglie con figli disabili.
Riassume egregiamente ciò con cui ci scontriamo quotidianamente.


Disabili di tutto il mondo venite in Italia!
L'Italia è il Paese democratico per antonomasia, rispettoso dei diritti dei cittadini e soprattuttorigoroso nell'applicare tutte le leggi approvate, tutelante per i soggetti più fragili, sostenitore deldiritto a una vita dignitosa per tutti i suoi cittadini.
Le persone disabili sono rispettate fin dalla nascita, la riabilitazione motoria, visiva, uditiva èattivata precocemente e approfonditamente, le cure sanitarie preventive e di cura sonogarantite, l'istruzione è garantita a tutti in maniera eccellente e con personale qualificato, la vitaindipendente è garantita a tutte le persone disabili che ne facciano richiesta, gli ausili necessari a superare le limitazione del proprio handicap vengono prescritti e autorizzati con solerzia eprofessionalità, l'inserimento nel mondo del lavoro è garantito a tutte le persone disabili in gradodi svolgerlo, le pensioni d'invalidità permettono dei vivere dignitosamente, i genitori possonotrapassare "a miglior vita" certi che i loro figli saranno tutelati al meglio anche senza il loro aiuto.
Sarebbe bello e soprattutto farebbe onore al nostro Bel Paese se questa fosse la realtà...
A leggere le nostre leggi sembra sia proprio così!
E invece ce la passiamo proprio maluccio noifamiglie e i nostri figli disabili, anche se in molti politicamente impegnati si riempiono la boccacon belle frasi: condivisione, solidarietà, diritti, eguaglianza, progetti personalizzati, leggiquadro, ecc, ecc.
La realtà è che la persona disabile è vista come un costo sociale di cui nessuno sivorrebbe far carico.
Sono la mamma di una ragazza disabile di 36 anni e una piccola esperienza in merito penso diessermela fatta.
Sono almeno 10 anni che sento dire che in Italia ci sono 3 milioni di persone con disabilità pervari motivi : malattie genetiche, incidenti, nascite difficoltose.
I casi sono due: o c'è il blocco del turn over anche per le persone disabili oppure sono molti dipiù.
Se si volesse sapere quante sono realmente si farebbe seriamente un censimento dellepersone disabili, invece nonostante da più parti si siano avanzate richieste in tal senso il Palazzo tace.
Quando nasce un bambino disabile i genitori non sono informati, seguiti e accompagnati inmaniera appropriata a elaborare la loro nuova situazione di vita. Se è già impegnativo e difficilefare il genitore di un bambino normodotato, esserlo e al meglio per una creatura disabile èqualcosa di assolutamente fuori dal mondo. E in effetti a volte un po' marziani ci sentiamoproprio...
La riabilitazione poi è un bel sogno per tutti: ammesso che i medici attivino precocemente tuttoil percorso necessario, sono le ASL che sovente per motivi principalmente economici frenano eautorizzano con difficoltà le prescrizioni. E questo è principalmente veritiero per le difficoltàvisive: non si attivano concretamente per valutare in maniera esaustiva le reali condizioni e lepossibilità di recupero.I nostri figli, spesso non in grado di esprimersi, vengono trascurati nella fase diagnostica.
Gli ospedali non sono adeguati per accogliere, assistere e curare le persone disabili specie seadulte, e spesso i medici stessi non sanno come confrontarsi con pazienti con patologiecosì complesse .
L'inserimento scolastico è stato un ostacolo superato dalla legge 104/92, ma per ottenere,così come sarebbe diritto, il sostegno adeguato, molte famiglie, ormai molte centinaia in tutta Italia, sisono dovute rivolgere ai Giudici, che hanno sempre condannato Il Ministero a ottemperare a un diritto riconosciuto per legge. Il diritto a una vita indipendente è poi pura utopia per gran parte delle persone disabili, inItalia. Mancano i fondi, viene detto, e con questo discorso chiuso: ma che serve fare le leggi sepoi non vengono rifinanziate?
Per quanto riguarda gli ausili, in Italia abbiamo un nomenclatore tariffario obsoleto, del 1999, esu questo le ASL ci marciano e ne approfittano per non autorizzare gli ausili più moderni eadatti alla vita odierna, quindi le famiglie si devono far carico anche di queste spese, ma lo si sal'handicap è un lusso!
Una mamma s'è stufata e ha fatto causa all'ASL che sirifiutava di autorizzare un sollevatore portatile per il proprio bimbo, lamentando che quel bimboera già costato molto alla collettività: inutile dire che l'ASL è stata condannata a autorizzare sia il sollevatore che le varie richieste avanzate.
La pensione d'invalidità poi è il fiore all'occhiello del nostro essere sociale, ben 255 euro, daspreco. Mi piacerebbe conoscere chi riesce a vivere con tale cifra.Molto ci sarebbe da dire anche sul riconoscimento della percentuale d'invalidità: il massimoinfatti è 100%, e in questo 100% ci stanno tutti. Ma come è possibile che una personaparaplegica, o con qualsiasi altra patologia motoria ma in grado pur con difficoltà di lavorare ostudiare, di esprimersi e far valere i propri diritti, abbia una valutazione eguale a una personache ad esempio non parla, non si alimenta da sola, incontinente, con limitazioni cognitiveimportanti, sempre dipendente da altri e totalmente non autosufficiente?
L'Italia è il più Bel Paese del mondo ma per come tratta le persone disabili è ancora agli albori:per potersi considerare un Paese civile è necessario rispettare e prendere in considerazione leesigenze di tutti i cittadini! Non è sufficiente scrivere e pubblicare le leggi, bisogna metterle inpratica.
Marina Cometto (presidente dell'associazione Claudia Bottigelli)
Mail: combot@alice.it

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