mercoledì 5 agosto 2009

Pillole da "MIO FIGLIO HA LE ALI - Decalogo"

Per gli amici, i parenti e gli altri

Noi italiani sappiamo recitare, cogliere il sapore della vita, idealizzare e anche, purtroppo, drammatizzare ogni cosa ed evnto.
Un esempio: abbiamo due stereotipi di madre: la famosa, radiosa e fichissima mamma Mulino Bianco e in contrapposizione l'accorata, tradizionale mamma meridionale. Mai si vedrà che una mamma Mulino Bianco partorisca un bambino diversabile (si suiciderebbe prima), mentre per la mamma meridionale questo è già meno possibile.
Dopotutto chi, meglio di una mamma vestita di nero, solitamente grassoccia, potrebbe rappresentare la disperazione per la nasciata di un piccolo imperfetto? Con le sue urla agghiaccianti e i pianti seguiti da svenimenti rappresenta bene l'immaginario comune sulla disabilità, ma vi assicuro che non è sempre vero e questo vale per le madri, sia per i piccoli!
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SUGGERIMENTI: non abbiate timore nel sollevare la cornetta e chiedere ai vostri amici, genitori di bambino disabile, cosa sia realmente successo, magari chiedendo cosa potete fare.
Se siete ancora più coraggiosi, potreste anche raggiungere, con il vostro dito indice, il pulsante del campanello di quella che appare la dimora di una disgrazia.. e pigiarlo!!
(... non ti ho più chiamata perchè non volevo disturbarvi...)
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COME OSSERVARE: è vero, noi genitori di bambini speciali siamo talmente attenti nell'osservare i microsuccessi dei nostri piccoli che la nostra capacità d'osservazione è esponenzialmente amplificata, anche nell'analisi degli sguardi altrui.
Non so come succeda, ma da come la gente osserva si capiscono molte cose: lo sguardo è specchio dell'anima. Capita, infatti, di incontrare persone mai viste prima e di sapere che hanno vissuto un'esperienza simile alla nostra, come capita di stringere la mano a qualcuno e sapere quale sarà la sua domanda: è capitato decine di volte.
E' pur vero che è capitato altrettante volte di riconoscere un falso interesse o il disagio di chi non sa confrontarsi con la precarietà della vita.
(...però dai siete fortunati perchè almeno l'altra è sana!!...)
I nostri piccoli rappresentano proprio questo, la precarietà della vita, ed evocano la paura di non perfezione.

INDICAZIONI GENERALI: è evidente che la nascita di un piccolo speciale non crea all'interno di una famigliia uno stato di euforia pirotecnica.
Il processo di accettazione può essere lungo, faticoso, costellato di pianti e di disperazione ( e quindi anche di occhiaie livide), ma un buon supporto da parte di veri amici, parenti o altri, che condividano l'evento e il futuro del piccolo, può sicuramente assestare il terremoto dei cuori e permettere d'iniziare un'avventura molto, ma molto intensa... per tutti.

MIO FIGLIO HA LE ALI - Mauro Ossola et al.

Un bel libro davvero. Sicuramente una lettura non leggera, diversa, ma noi viviamo in un mondo dover tante sono le diversità e dove il comprenderle meglio ci arricchisce.
Nina

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