Diciamo che l’unica sorpresa che non ti fa mai la scuola è quella di non smentire mai le nostre aspettative “negative”, soprattutto per quanto riguarda gli alunni in difficoltà.
A volte davvero mi sembra di essere la prima mamma di una bambina disabile che frequenta la scuola pubblica… ma so che questa è una sensazione comune a quasi tutti i genitori nelle mie condizioni. Dico questo perché, pur essendoci leggi e regolamenti che sanciscono l’integrazione e il diritto allo studio per i bambini diversamente abili, ogni azione necessaria e logica a fronte di un oggettivo bisogno dell’alunno viene sempre accolta con un grande alone di dubbi e perplessità. Gli addetti ai lavori spesso si trasformano in pesci lessi (per descrivere le espressioni) che boccheggiano con sguardi persi nel vuoto sembrano cercare un qualcosa che gli illumini, mostrando loro la retta via. Pesci lessi che si trasformano in vipere incazzate che soffrono di insonnia e che trovando il modo per dormire, vengono disturbate da te o chi per te che, “con grande ed ingiusta pretesa” chiedi se per la tal questione è tutto a posto. “MA CERTO!!!!! GRRRRRRRRRRR ABBIAMO GIA’ FATTO TUTTO NOI! (SOLITA MAMMA ROMPICOGLIONI CHE NON HA UN …. DA FARE !!!)”
Naturalmente mi scuso con tutti i pesci e le vipere per averli citati in un tal paragone.
Ma veniamo ai fatti che mi portano a sostenere tutto ciò… o meglio a riconfermare questa mia opinione.
Quest’anno scolastico Pita è stata inclusa nel progetto acquaticità, per otto mercoledì dall’otto febbraio al 28 marzo, alcuni bimbi disabili della scuola dell’infanzia insieme ad alcuni loro compagni normodotati verranno portati in piscina, in modo tale che ci sia un lavoro accompagnato da terapisti in acqua che non sia solo terapico ma anche di gioco.
Naturalmente lo accogliamo con grande piacere dato che so quanto Pita ama l’acqua.
Mercoledì scorso preparo per bene la borsa di Pita e poi comincio a preparare lei, pannolino, costume sotto la tuta così è già pronta, dobbiamo essere puntualissime perché alle 8.45 si parte perla piscina!
Alle 8.30 siamo all’asilo, lascio Pita in classe felicissima che continua a dire ad amici e maestra “iscina iscina!” … fantastica.
Alle 10 vengo avvisata che Lupita non è stata portata in piscina in quanto non è arrivato il pulmino attrezzato per lei che è in carrozzina. Dato che, ahimè, lei si è pure scelta la disabilità sbagliata essendo l’unica degli alunni h in carrozzina era stato precisato che per il trasporto si necessitava di un mezzo attrezzato. Eppure fino al giorno prima era tutto a posto, la direzione didattica ha mandato tutte le richieste del caso al comune!
Il pulmino però non è arrivato.
Tralascio la parte della mia mega incazzatura, dell’incazzatura di Fabio, delle telefonate a scuola, comune e cooperativa che fornisce i pulmini attrezzati.
Il giorno dopo, ovviamente grazie ai due genitori rompipalle (uno dei quali si è dovuto nuovamente prendere un giorno di ferie pro incapacità collettiva) il tutto si risolve, pulmino richiesto e concesso. La causa del “disguido” è stata l’incapacità di chi sostituisce la Dirigente Scolastica, nel mandare la richiesta al comune; il quale vedendosi arrivare una richiesta per un trasporto per tal progetto con una X vicino alla voce disabili, ha messo a disposizione l’unico suo mezzo (scuolabus) non premurandosi ovviamente di chiedere che tipo di disabili comprendesse quella X, dando per scontato che se fosse stato necessario qualcosa di più la scuola lo avrebbe precisato.
Insomma dai per scontato tu che do per scontato io che l’alunna B.L è rimasta a piedi.
Ora la mia riflessione è questa, abbiamo capito tutti che Lupita è la prima bambina in carrozzina che per ovvi motivi deve viaggiare con mezzo appropriato, e non su uno scuolabus senza pedana e senza cinture di sicurezza sul quale dovrebbe viaggiare in braccio a qualcuno non stando lei seduta autonomia. Quindi GRAZIE LUPITA PER AVER CREATO IL PRECEDENTE
Ma oggi, in un momento di crisi come quello in cui stiamo vivendo tutti, in un mondo del lavoro in cui prevale il precariato (ad avercelo un posto precario), in cui il posto fisso viene definito monotono, in cui si arriva a svendere la propria professionalità pur di sopravvivere, un momento in cui persone con 20 o 30 anni di esperienza vengono licenziate (o invitate a licenziarsi) perché costano troppo rispetto a chi di lavora da un paio d’anni, e soprattutto in cui si è costretti (come nel mio caso) a rinunciare ad un posto fisso e sicuro per poter seguire i propri figli e nel caso specifico un figlio disabile; ecco possibile che oggi, con tutte queste premesse di debba sopportare l’inefficienza di certe persone? Perché mi tocca puntare il dito sul posto pubblico, dato che in questo caso di quello si parla, cadendo nella frase fatta pubblico=sicuro? Per quale motivo sono sempre i più deboli a dover pagare anche l’irresponsabile incapacità di queste persone oltretutto spesso maleducate? Quello che dovrebbe essere chiaro a chi fa certi lavori, lavori che coinvolgono direttamente il benessere dei deboli è che le scuse risicate e il fare dopo non basta. Dovete lavorare bene e nei tempi giusti, magari rendendovi conto delle vostre responsabilità.
ohhh Anna, che nervosi......
RispondiEliminaPurtroppo devo dirti che anche nella scuola parificata e privata la situazione non è dissimile. Io parlo di disabilità legata alla Sindrome di Down, e per ora non ho visto, nè sentito disservizi come i tuoi. Al massimo devi lottare per iscriverti.....
Mi spiace per Pita.
la differenza la fanno sempre le persone che incontri nelle scuole ma "lavorare bene e nei tempi giusti, magari rendendosi conto delle proprie responsabilità" è un suggerimento universale.
Barbare credo che come dici tu la differenza la fanno le persone e non tanto il pubblico o il privato. Fondamentale credo sia non fermarsi davanti all'incompetenza, sottolineandola sempre ... magari dico magari qualcosinacambia! :) a presto
EliminaDico che sei brava a non fermarti, a combattere. Servono tante energie. :)
Eliminae qualcosa cambierà, ne sono certa
Ho letto il post scandalizzandomi, ma nemmeno troppo, per l'incompetenza del personale scolastico.
RispondiEliminaPensa che, giorni fa, le maestre hanno chiamato mio marito sul cellulare dicendogli che se il bambino non rientrava in asilo (era a casa da una settimana con 38 di febbre) poteva rischiare di perdere il sostegno.
Ricordo anche quando due anni fa ho iscritto il bambino all'asilo, la funzionaria della segreteria che mi ha chiesto davanti a tutte le altre mamme vicino a me che compilavano i fogli: "Ma cos'è l'agenesia del corpo calloso?". Ti lascio immaginare le facce dei presenti.
Ti capisco perché a volte mi sento anch'io la prima mamma (o l'unica) di un figlio disabile che frequenta la scuola pubblica
diciamo che sono bravi a darci sempre la possibilità di scandalizzarci! come dopo una settimana di febbre rischia di perdere il sostegno???!!!!! non ti chiedo se sta gente conosce le leggi perchè è evidente di no, ma sanno leggere, no perchè davvero ti consiglio di fargli una stampata della 104 e dargliela! che schifo guarda, comunque sperano che noi molliamo ma non sanno con chi hanno a che fare... Anna (abbiamo anche il nome in comune ;) ) andiamo avanti x la ns strada... sono certa che mollano prima loro.
EliminaCercano di farci sentire insicure ma in realtà ci fanno solo incavolare e (quando ne abbiamo proprio fin sopra i capelli) reagire.
EliminaQualche volta magari sbanderò un pochino, ma di certo anch'io non mollo!
purtroppo le persone vipere e cattive esistono dovunque e quando ci sono situazioni "diverse" esprimono tutta la loro incapacità...la loro reazione è sempre quella di farti sentire a te l'incapace che invece fa parte della loro natura di "pubblico lavoro=dolce far niente! per carità non tutti sono così per fortuna..ma io ne ho trovate tante così...ho pure il sospetto che una tizia del comune prendesse mazzette dalla cooperativa mensa perchè tutte le mie lamentele venivano giustificate dalle grammature regolamentari fornite dal servizio pasti...come se un unghia di prosciutto fosse regolamentare...vabè cara complimenti per la tua tenacia...
RispondiEliminaGrazie, la tenacia è davvero uno dei regali migliori che mi hanno fatto le mie bimbe... :)
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