Da molto non riuscivo a far incontrare ispirazione e tempo, elementi fondamentali per far si che riuscissi a dedicarmi un po' a questo blog.
C’è finalmente riuscito un invito, quello di Mary, che onorandomi mi ha chiesto di partecipare al suo bellissimo progetto con un post dedicato tra l’altro ad un argomento a cui pongo spesso la mia attenzione: I PARCHI GIOCO.
Mary infatti nel suo blog playgroundaroundthecorner si occupa di descrivere quella che è la realtà di questi spazi nel nostro paese.
Personalmente ho avuto la fortuna di nascere in un momento e in un luogo in cui davvero di parchi gioco non ve n’era l’esigenza (e non son una matusalemme!). Grandi giardini, strade e campagne illimitate sono state lo scenario dei miei giochi e della mia infanzia. Il giardinetto pubblico era un qualcosa dal sapore tutto cittadino.
Un paio di decenni hanno fatto si che anche nelle medio-piccole realtà di provincia i parchi gioco diventassero un’esigenza e non solo un vezzo estetico nei progetti di cementificazione dei nostri territori, anche se in taluni casi di estetico c’è veramente poco.
Nella frazione in cui abitiamo, proprio vicino a casa nostra, annesso alla chiesa e all’oratorio c’è un carinissimo parco giochi, gestito e curato molto bene dal gruppo parrocchiale della frazione stessa. Oltretutto è completamente recintato avendo perciò anche il pregio della sicurezza per i bambini.
Ogni giorno vedere al suo interno i bimbi giocare e le mamme sedute a chiacchierare mi fa pensare all’importante funzione sociale che hanno questi luoghi dando modo alle persone di fermarsi a socializzare partendo da un fattore comune: i figli. E credo sia davvero moltissimo soprattutto nella frenesia e nell’individualismo di una società come la nostra. Secondo me in questo senso hanno sostituito un po' i luoghi in cui le donne di un tempo erano solite trovarsi con figli a seguito, le aie nelle grandi corti, le vasche pubbliche dove lavare i panni.. oggi naturalmente nessuno si porta il bucato (sante lavatrici) o pannocchie da sgranare ma il senso che ne percepisco è lo stesso. Un senso di comunità.
Quindi direi che il parco giochi, se ben gestito come nel suddetto caso, può essere considerato un luogo speciale.. soltanto però per tutte le famiglie con bambini ad esso adatti; si perché nonostante l’erba ben tagliata, i giochi lustrati ogni anno e ben curati, la recinzione perfetta anche il nostro giardinetto ha una caratteristica comunque a praticamente quasi tutti i parchi del nostro territorio, la non accessibilità per i bambini disabili.
I parchi gioco sono, con più o mento impegno, concepiti esclusivamente con l’idea che CHI vi accede sia fisicamente adatto. Purtroppo il problema di fondo credo che stia nel non pensare mai al fatto che TUTTI i bambini hanno indistintamente il desiderio di giocare, di socializzare e di imitare i loro coetanei soprattutto quando si tratta di divertimento. Ecco perché, quando fisicamente si è impossibilitati al gioco come nel caso specifico di disabilità motorie, anche il parco giochi diventa un luogo non solo inaccessibile ma proprio da evitare.
Mettereste mai vostro figlio davanti ad una torta che tutti posso mangiare tranne lui?
Il parco perciò diventa per una famiglia come la nostra un luogo in cui la disabilità viene esponenzialmente sottolineata.
Naturalmente non pretendo che tutti i parchetti siano adattati a misura di disabile (non lo pretendo ma lo vorrei tantissimo!!!), certo la soluzione ideale per ognuno non esiste!
Mi piacerebbe però che l’idea di allestire, ad esempio, un’altalena attrezzata su cui far salire bambini saltellanti e bambini su due ruote fosse vista non come il togliere una postazione di gioco per qualcuno ma come il dare un qualcosa in più a tutti, perché l’andare incontro a chi ha difficoltà è un valore aggiunto per chi certe possibilità non se le vede negate a prescindere ma anzi ha anche la FORTUNA di potersi adattare. Di fatto invece, parlando di adattamento avviene esattamente il contrario.
Spero che il lavoro di Mary tramite il suo blog, dia una possibilità di miglioramento anche in questo senso. Mi piacerebbe che anche per noi IL PARCO GIOCHI diventasse una possibilità nella breve lista dei luoghi di NON EMARGINAZIONE.
Brava, bellissime riflessioni, anche io ho partecipato all'iniziativa di Mary, parchi Viserba, e ho segnalato l'assenza di giochi adatti a tutti i bambini. Come hai scritto anche tu: non si tratta di togliere giochi adatti a bambini che possono camminare, correre, vedere... ma di dare la possibilità a tutti i bambini di giocare. E poi i giochi che possono essere utilizzati da disabili o bimbi con capacità motoria ridotta, ipovedenti... possono essere usati anche da tutti gli altri bambini :-) Speriamo che in futuro chi si occupa dei parchi sia più sensibile verso le esigenze di tutti. Io ho segnalato a due sindaci il mio post, è un modo per informare chi può fare qualcosa. Ciao, Claudia
RispondiEliminaciao... da qualche parte (sui blog) ho letto che in inghilterra fuori Londra esistono parchi attrezzatissimi anche per chi ha difficoltà motorie...lì si che pensano proprio a tutti...
RispondiEliminaCiao Anna, sono d'accordissimo con e stavo proprio notando queste difficoltà l'altro giorno quando passavo davanti al parco giochi della mia parrocchia. Tra le altre cose è accessibile solo tramite scale! Anche Elena che le gambe può usarle non sempre trova giochi che è in grado di utilizzare perchè troppo difficoltosi da salire. Speriamo che questa iniziativa faccia aprire un pochino gli occhi anche su queste necessità, non solo sulle belle fontane in mezzo alle rotonde!!!!
RispondiEliminaMettereste mai vostro figlio davanti ad una torta che tutti posso mangiare tranne lui?
RispondiElimina(per me è un titolo da PRIMA PAGINA)
Grande Nina
http://playgroundaroundthecorner.com/2013/05/17/universally-accessible-playground-an-exception-that-should-be-the-rule/ questo il mio post!
RispondiEliminagrazie ancora per il tuo contributo e spero ti piaccia.
a presto.
Mary
Grazie a te Mary!!!! :) magnifico!
Eliminamatusalemme XD
RispondiElimina