lunedì 24 maggio 2010

Competenze

Sono appena rientrata dall'incontro per il PEI a cui partecipano oltre a me ovviamente, la neuropsichiatra, l'assistente sociale, l'assistente alla persona e le maestre (sostegno compreso) di Lupita.
Il primo era avvenuto all'inizio dell'anno, serve a fare un pò il punto della situazione sull'andamento di Pita, è anche un momento di confronto con le figure che seguono l'integrazione scolastica dei bambini con disabilità.
Non ho molto da dire sulle parole spese per Lupita, tutte parole bellissime dati i suoi enormi progressi, progressi che visto come avevamo iniziato l'anno non mi sarei davvero aspettata nemmeno dopo aver concluso i tre anni di scuola dell'infanzia.
Nonostante questo ho comunque lasciato l'incontro con disappunto (sono fine eh??!!), perchè troppo spesso mi capita di sentire frasi, dette da chi ha scelto come professione di occuparsi dei disabili, che mi fanno pensare che queste persone lavorino troppo spesso su ideali e non su casi reali. Mi spiego meglio, quando si parla di integrazione scolastica io sono la prima a schierarmi, è giusto che i nostri bambini non siano obbligati ad essere ghettizzati in scuole speciali ma che debbano avere la possibilità di scegliere che scuola frequentare ed oltre a questo che abbiano la possibilità di frequentarla al meglio.
E altresì giusto che un disabile vada assistito nella sua frequentazione, perchè l'integrazione non sta nel farlo entrare a scula per fargli passare 6 o 8 ore nel corridoio con la bidella, no! l'integrazione avviene in classe, con i compagni e gli insegnanti, perchè un bambino disabile è un bambino della classe come tutti gli altri. Perciò è doveroso che una maestra di sezione senta il suo obbligo anche nei confronti del bambio con disabilità, anche se questo è poi assistito dalla maestra di sostegno e dall'assistente.
Quindi preso tutto questo bisogna, a mio avviso, anche avere l'accortezza di valutare caso per caso.
Stamattina alle insegnanti di Lupita (di sezione e di sostegno) è stato detto che non ci sarebbe nulla di male, anzi, nel fatto che se Lupita non dovessere avere la copertura totale delle 40 ore settimanali, stesse in classe con la maestra.
Ok, io sono la prima a dire che non c'è nulla di male, nel momento in cui si verifica una occasionalità.. perchè è impensabile che una bambina con le esigenze di Pita sia lasciata ogni giorno una o due ore senza copertura. E mi sconvolge che queste cose escano dalla bocca di una assistente sociale e di una coordinatrice di assistenti ad personam.
Non mi piace fare paragoni ma in questi casi è davvero inevitabile. Insomma come si può pensare in una classe di 25 bambini dove la conpresenza di due maestre c'è solo nel momento del pasto, di lasciare una disabile non deambulante, e assolutamente non autosufficiente in nulla senza copertura.
Lupita, come ho fatto ben presente, è un "peso" fisico per chi la gestisce, va seguita in tutto e per tutto, persino per metterle le scarpe! Perchè più di una volta l'ho trovata con i tutori messi male e questo vuol dire farle del male! Lupita va alimentata, va cambiata.. come può farlo una persona che oltre tutto deve gestire altri 24 bambini???
Mi è stato risposto che ci sono i bidelli... beh certo, per farla finire ad avere un percorso scolastico in corridoio?
I bidelli.. come se ce ne fossero mille, ce ne sono due su cinque classi da 25 l'una. Di cui 5 bambini con disabilità ACCERTATA !!! e sottolineo accertata perchè sono davvero tanti di più i bambini con difficoltà.
"E' una competenza della scuola", già semprechè la scuola la veda allo stesso modo, no perchè se cominciamo con: il comune che non ha soldi e quindi non passa ore di assistenza, la scuola che non ha soldi e quindi non passa le ore di sostegno.. si comincia a ragionare e a fare la guerra sulle competenze...
Chi deve occuparsi di attrezzare il bagno per una bambina disabile "mah non so perchè pare che dalle nuove disposizioni regionali sia di COMPETENZA della scuola"... andrà anche qui ad interpretazione così per la non competenza passano gli anni.

Io sarei ben felice di rinunciare alle competenze, sarei ben felice che mia figlia deambulasse autonomamente, mangiasse da sola e tutto quanto, ma non è così.

Mi sembra assurdo che due persone che hanno 20 di esperienza nel sociale facciano queste considerazioni in nome dell'integrazione.
Come mi sembra decisamente sgradevole insinuare incompetenza e poco impegno nei confronti di una maestra di sezione che nella realtà, anche se non segue direttamente Lupita, ha 24 bambini tra i quali diversi con difficoltà. Conosciamo tutti la realtà delle scuole.

Non so, aver a cuore la disabilità non è soltanto battersi per l'integrazione sul fronte idealistico, è battersi a tutto campo conoscendo tutte le realtà che si consumano sulla tua di pelle. Gli ideali utopici lasciano il tempo che trovano, sono molti i fronti carenti ed è tanto il tempo che dobbiamo impiegare perchè tutto funzioni, ma non lo si può fare colpevolizzando sempre e solo l'altro.

Il mio rammarico è che sono sempre più convinta che troppo spesso si usino tante belle parole per il benessere del disabile e dall'altra parte troppo spesso quando c'è da fare qualcosa veramente, si considerino solo le competenze.

Per concludere lascio questo videro di mammarina a cui veramente non bisogna aggiungere nulla.


4 commenti:

  1. Ti lascio un commento per esprimerti la mia solidarietà...ma sono senza parole. Non si può lasciare Pita in balia di se stessa....mah...!?!?

    www.emmaeluca.com

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  2. Questo tuo post è un pochino triste :-(
    Sono d'accordo con te. I bimbi con disabilità hanno il diritto di frequentare la scuola normale ma anche diritto ad essere assistiti. In Italia si riduce solo il budget per istruzione e sanità?! Incredibile... A Rimini c'è una scuola privata, (sezione primavera, materna ed elementari), specializzata nell'accogliere bimbi con handicap. E' privata ma la retta è diversa per ogni alunno e decisa in base al reddito della famiglia. Mi sarebbe piaciuto molto iscriverci il mio bimbo. Alla fine ho cambiato idea per vari motivi come la distanza da casa e i metodi di insegnamento piuttosto particolari. Io spero che tu continui a batterti per i diritti di tua figlia con grinta e il sorriso sulle labbra. Magari l'insegnante che ha pronuciato quelle parole svolge il suo lavoro solo per percepire lo stipendio a fine mese e non si rende conto che chi lavora con e per le persone dovrebbe tutelare dei diritti...

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  3. Ciao, da quello che scrivi penso che le insegnanti e le assistenti sociali probabilmente siano "obbligate" a far quadrare il bilancio e mettano in campo "l'integrazione" fondamentalemente solo quando devono giustificare dei "tagli". Purtroppo questa macelleria generalizzata è già in atto e con il governo che ci ritroviamo penso che andrà sempre peggio, lo vivo anche sulla mia pelle come insegnante precaria e se penso al futuro mi viene l'angoscia, il video di Marina è stupendo, anche se molto triste, spero non resti inascoltato!!!
    Ti sono vicina
    Manu

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  4. sono commossa nel vedere con quanto amore ve ne prendete cura ... e sono indignata nel sapere che ancora oggi ci si trova a dover affrontare tanta superficialità, ignoranza, menefreghismo di assistenti sociale e altre istituzioni. Il mondo di è oggi è un mondo che va all' incontrario, mi rendo conto che una sola persona non può cambiare le cose, bisognerebbe che tutte le persone facessere sentire le proprie ragioni e riuscire a farle valere soprattutto. Io sono con voi. un fortissimo augurio

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